I disturbi del sonno nei bambini sono molto frequenti. Alcuni autori riportano percentuali di prevalenza addirittura fino all’86%. Anche se tale stima può sembrare esagerata, comunque un dato è certo che il problema è di una certa rilevanza sia per la salute dei diretti interessati che dei familiari. La percentuale di bambini con disturbi dello sviluppo neurologico è una minoranza ma la maggior parte di questi effettivamente presenta problemi di sonno e patologie correlate al sonno. L’insonnia è senza dubbio il disturbo più frequente nei bambini e in particolare la difficoltà ad addormentarsi. Spesso è solo una questione di ansia di separazione dai genitori, ma nei restanti casi può essere, come già accennato un disturbo del sonno di per sé o la spia di un’altra patologia neurologica. Ai fini della diagnosi e quindi di una cura efficace è la descrizione dettagliata del disturbo. Meglio se corredato da un video col cellulare. Parlando di parasonnie, cioè di quei disturbi, che causano un’alterazione del comportamento durante il sonno, è importante sapere l’ora di insorgenza. Infatti, le parasonnie del sonno ad onde lente come il risveglio confusionale, il sonnambulismo, il pavor o terrore notturno, sono quelle che si verificano all’inizio del sonno. Durante la manifestazione del disturbo il bambino non è contattabile ed è confuso. L’esordio e la fine sono lenti dell’episodio e al mattino il bambino non ricorda nulla, a differenza degli incubi notturni. Questa è una parasonnia che si verifica dopo alcune ore dall’inizio del sonno, essendo correlata al sonno REM, che è una fase del sonno molto simile alla veglia con la differenza che essendoci un’atonia muscolare il bambino non può muoversi. Qui l’esordio e, soprattutto, la fine sono rapidi e il bambino ricorda perfettamente il sogno che l’ha spaventato.
Un’altra parasonnia del sonno REM è disturbo comportamentale appunto in corso di sonno REM, in cui il bambino inyteragisce con i propri sogni. La causa è appunta da ricercare nell’assenza di atonia che durante questa fase del sonno. Al contrario la paralisi isolata del sonno in cui il cervello è sveglio ma il corpo e paralizzato. Spesso questa condizione si associa alla Narcolessia. Questa è una malattia molto rara che però può determinare molte conseguenze sullo sviluppo intellettivo e quindi del rendimento scolastico a causa dell’eccessiva sonnolenza diurna. In questo caso il bambino si addormenta facilmente anche in situazioni non abituali, per es. a scuola e spesso viene considerato come svogliato o disinteressato. Può inoltre essere fonte di traumi e rischi di cadute. a causa della presenza di cataplessia, cioè la perdita improvvisa del tono muscolare a seguito di forti emozioni. La perdita improvvisa del tono può verifcarsi anche a carico del muscoli facciali e impedire la masticazione o la capacità di parlar Sono disponibili ad aggi terapie innovative e molto efficaci nel controllare sia l’eccessiva sonnolenza che la cataplessia, consentendo al bambino una vita pressoché normale.
A volte diventa difficile capire se si tratta di una parasonnia o di un altro disturbo. Qui può essere dirimente la polisonnografia notturna o la video polisonnografia. Questo esame è molto utile per escludere un’epilessia del lobo frontale. Di solito le crisi epilettiche sono abbastanza uguali a se stesse e di breve durata. La video-polisonnografia può essere utile, anche se non obbligatoria, nel disturbo delle gambe senza riposo, che è una causa frequente di insonnia, anche perché spesso si associa ad un altro disturbo che è la sindrome dei movimenti periodici degli arti. Entrambe sono disturbi facilmente curabili se diagnosticati correttamente. La polisonnografia è l’esame indispensabile per escludere un’apnea ostruttiva durante il sonno, una condizione molto frequente nel bambino a causa della presenza di ipertrofia adeno-tonsillare o conformazioni odontostomatologiche paticolari, quali la micro-retronazia, cioè una mandibola piccole e spostata posterioriormente, o un palato duro molto stretto oppure una malformazione della piramide nasale o un’ipertrofia dei turbinati ossei. Tutte condizioni anatomiche queste che aumentano la resistenza al passaggio dell’aria nelle alte vie respiratorie.
Diverse malattie del neurosviluppo, come l’autismo, il deficit di attenzione e iperattività e altre malattie genetiche si associano a disturbi del sonno e nelle prime due soprattutto a difficoltà ad iniziare e a mantenere il sonno. Anche qui un trattamento farmacologico può normalizzare l’alterazione del sonno. Non necessitano invece di trattamento i movimenti ritmici e rapidi, tipo scosse agli arti che si verificano nei primi mesi di vita perché sono benigni e regrediscono dopo i 3-4 mesi di solito. Altri movimenti, che possono durare anche ore, quale quello di sbattere il capo contro il materasso o di rotazione o flessione del corpo, che si manifestano in bambini con ritardo mentale, riconoscono dei provvedimenti e dei trattamenti che possono ridurre significativamente il disturbo.
Dr. Giuseppe D’Alessandro – Neurologo – Neurofisiologo Clinico – Esperto AIMS di Medicina del Sonno
Per saperne di più prenota online una visita o contatta il numero 345 6088410